EU ProSun sostiene che vi siano violazioni di massa dei produttori cinesi del solare

EU ProSun inoltra alla Commissione europea più di 1.000 casi di sospetta violazione

EU ProSun, l'iniziativa dell'Industria solare della UE, ha consegnato oggi alla Direzione generale Commercio della Commissione europea circa 1.000 pagine di documenti, con oltre 1.500 offerte di prodotti solari cinesi messi in vendita a prezzi inferiori a quelli minimi stabiliti dall'accordo tra la Commissione europea e la Cina.

Il presidente di EU ProSun, Milan Nitzschke, ha dichiarato: "In Europa vengono sistematicamente violate le norme antidumping dai produttori cinesi. I prodotti solari cinesi venduti sottocosto continuano a invadere il mercato europeo, distruggendo l'industria locale e portando a tagli occupazionali. La Commissione deve agire al più presto per bloccare queste violazioni e applicare delle sanzioni."

Dopo che il dumping cinese a sovvenzionamento statale aveva portato alla bancarotta numerose aziende europee del solare, alla metà del 2013 l'Unione europea ha introdotto dazi antidumping nei confronti delle importazioni di prodotti solari dalla Cina. Per evitare questi dazi del circa 50 per cento, ad agosto 2013 più di 100 produttori cinesi del settore dell'energia solare hanno offerto all'UE, sotto forma di accordo, di importare esclusivamente prodotti a prezzi superiori al cosiddetto prezzo minimo, pari a circa 56 centesimi per watt. Sia la Commissione europea sia il Consiglio europeo hanno accettato l'offerta. Tuttavia è evidente che su tutto il territorio dell'UE non vengono né pagati dazi né viene rispettato il prezzo minimo.

Secondo EU ProSun, le aziende coinvolte nelle violazioni dei prezzi minimi e dei dazi rischiano pene severe. Milan Nitzschke aggiunge: "L'accordo tra la Commissione europea e le imprese cinesi parla chiaro: anche nel caso di minime violazioni delle disposizioni, il produttore coinvolto viene escluso dal regolamento sul prezzo minimo. Viene poi immediatamente applicato il dazio del circa 50 per cento sul prezzo all'importazione." Il dazio deve essere pagato dall'importatore europeo, se necessario anche in un secondo tempo. In caso di gravi violazioni dei dazi possono essere intraprese anche azioni penali.

L'intero accordo tra UE e Cina sul prezzo minimo deve essere sottoposto a revisione. Nitzschke conclude affermando che: "Il regolamento sul prezzo minimo, concordato tra la Commissione europea e la Cina, sembra impossibile da applicare. Il dumping cinese continua. È evidente che l'unica strada percorribile per porre fine a queste palesi violazioni commerciali è la severa applicazione dei dazi."

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