Nel blog economico di questa settimana il nostro esperto ci parla di un confronto tra il pragmatismo Usa e la povera Italia, dove per tenere in piedi l'economia e le aziende "si studiano interventi surrettizi, naturalmente tutti a carico del contribuente".
Rimandiamo quindi i nostri lettori alla versione integrale, riprendendo invece più attentamente la seconda parte che esamina quello che ormai è il tormentore: libri in carta o elettronici?
Il discorso prende spunto dal fatto che gli americani sono parecchio realistici, e non stanno a piangere su ciò che cambia e ciò che non si vorrebbe cambiasse. Il mondo va avanti e il progresso tecnologico non si può fermare. Fatto ribadito in un suo commento all'intervista a Mazzoleni cui rimandiamo.
E «per parlare di libri e del loro futuro – sostiene – oggi equivale a parlare di ebook.» Che piaccia o no, Assografici e Assocarta permettendo con le loro, sacrosante, campagne 'pro carta'. Detto poi da chi viene da tre generazioni di stampatori, è da credere che non sia una semplice battuta.
E prosegue: «Ma come l'avvento di Mastro Gutenberg ha deciso che i codici miniati erano un lusso che il mercato non poteva più permettersi, così il cartaceo è, e sempre più, diverrà un lusso».
«In USA il problema lo hanno affrontato e sembra funzionare: i libri Top Ten, i grandi successi del momento magari nella lista del NYT, fintanto che sono appunto novità e sulla cresta dell'onda, hanno un costo più elevato, ma generalmente sotto i 10$. Come passa qualche settimana il prezzo scende te lo trovi sui 5/6$. Dopo qualche mese non è difficile trovarlo a $0,99. Ma anche prima ci sono le Proposte della Settimana che Amazon, Apple, BookBub ed altri ti refilano con offerte GRATUITE e proposte tra i $2 e $0,99.»
Naturalmente questo non significa che agli americani non piaccia la 'tipografia', quella classica. Anzi, pare che a questa loro ci tengano molto più di noi.
Recentemente abbiamo nuovamente visitato, a distanza di alcuni anni, la famosa Tipoteca Italiana a Cornuda (TV), fondata da Silvio Antiga.
Purtroppo, quando ne parliamo con alcuni vostri colleghi stampatori, una percentuale molto elevata casca dalle nuvole, che neanche sa dell'esistenza di questa splendida istituzione, che chiamarla Museo è riduttivo.
Silvo Antiga, e i suoi fratelli hanno dedicato e dedicano gran parte degli utili delle loro imprese di stampa e di cartotecnica nella raccolta, restauro e conservazione di torchi, macchine di composizione e stampa, e caratteri in piombo e in legno. E ora stanno costruendo un Auditorium che ospiterà attività culturali, soprattutto legate al mondo della stampa e della comunicazione.
Bene, da chi è costituita la maggior parte dei visitatori e degli stagisti? Americani, appunto, che vengono alla Tipoteca per apprendere l'arte della stampa e la sua storia.
Chiusa la parentesi, torniamo al blog del nostro esperto, che, parlando di editoria, riconosce che «Bisogna dire che qualche timido tentativo sembra stia nascendo anche sul suolo nazionale, ma siamo ancora condizionati dal peso delle risorse superflue e quindi costose che gli editori devono tirarsi a rimorchio.»
Ma intanto, come leggiamo nell'indagine congiunturale, la Filiera comunica dati generali che nella loro drammaticità confermano una svolta già effettuata dal mercato. Così come i loro ripetuti appelli ai politici hanno lsciato il tempo che trovano, come si evince dal recente decreto sull'IVA passato sotto silenzio.